All’incrocio
Questa è una gioiosa ed allegra opera che si basa su un’antica leggenda cinese.
Un retto e prode generale, Jiao Zan, è stato ingiustamente condannato e mandato in esilio. Il suo comandante non è convinto della sua colpevolezza, così ordina ad un giovane ufficiale di nome Ren Tanghui di seguirlo in segreto e di proteggerlo.
Dopo essere arrivati ad una locanda posta all’un incrocio fra tre strade, Jiao Zan seguito da alcune guardie viene ricevuto dal gestore della locanda, un uomo gioviale e di buon cuore di nome Liu Lihua, che ritiene l’accusato un uomo retto ed onesto.
Udendo per caso le guardie complottare l’omicidio di Jiao Zan, Liu e la moglie decidono di interferire e di salvargli la vita. Intanto Ren Tanghui arriva, ma le sue ripetute domande e le evasive risposte del locandiere fanno sospettare entrambi che l’altro sia coinvolto nel complotto contro Jiao.
Ren si sistema nella locanda e, dopo che si è addormentato Liu Lihua, il locandiere, entra furtivamente nella stanza immersa nell’oscurità. (Il palcoscenico è comunque ampiamente illuminato). Il brancolare del locandiere sveglia Ren Tanghui e ne segue una lotta feroce. La perfezione della comicità lascia il pubblico affascinato.
La confusione cresce finché la moglie del locandiere porta all’interno una luce e Jiao, Ren e Liu si riconoscono. Le spiegazioni vengono fatte e tutto il malinteso chiarito.
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