....Testimonianze
...1. Alla Triennale in mostra il- .......teatro cinese
...2. L'opera del villaggio......... ......(Lu Hsun)
...3. Le mie opere preferite...... ......(Mei Lanfang)
...4. L'ambiguo incontro: la...... .......Signora e l'attore dan,,,,,,, ,,,,,,,(Rosanna Pilone)
...5. Marionette e teatro delle... ......,ombre
...6. I luoghi scenici nel.tempo
...7. Musica e strumenti........... .......musicali (Yu Weijie)
...8. Il teatro cinese e quello..... ......occidentale: due tecniche.. ......contrastanti....................... .....,(Huang Zuolin)
...9. Goldoni in Cina................ ,,,,,,,(Yu Weijie)
I luoghi scenici nel tempo

I primi complessi architettonici per le rappresentazioni teatrali sono stati i washe e hanno fatto la loro comparsa nelle città cinesi durante il periodo Song, verso la metà del 900 d.C. Si trattava di grandi costruzioni che ospitavano varie sale pubbliche, chiamate goulanpeng, simili a enormi casse di legno dotate di tetto, dove il palcoscenico rialzato era separato dalla platea da uno steccato. Il pubblico, che sedeva intorno al palco in aree rialzate ai lati della sala o su di una struttura di fronte al palcoscenico, era formato prevalentemente da gente della città e le rappresentazioni consistevano in danze, canti, farse, acrobazie e arti marziali.
Con il passare del tempo si cominciò a reclamizzare gli spettacoli appendendo locandine coi nomi degli attori e i titoli dei drammi all’ingresso dei goulanpeng, dove erano in vendita i biglietti.
Completamente diversa era la struttura dei palcoscenici nelle aree rurali, dove, nella maggior parte dei casi, le rappresentazioni avevano luogo nei templi buddisti, taoisti e confuciani che in Cina, a metà del XI secolo, erano più di 40.000. Si trattava di piattaforme all’aperto chiamate lutai, fatte di pietra o di legno e sollevate dal terreno, che originariamente erano state costruite, già sotto gli Han, per accogliere l’arrivo delle divinità durante le cerimonie rituali. Usate per ospitare i suonatori che accompagnavano le danze sacre, dal 900 d. C. divennero luogo di spettacolo. Di forma quadrata, erano situate di fronte alla sala principale nella corte del tempio, con gradini sui lati settentrionale e meridionale, dai quali gli attori accedevano al palcoscenico.
Grazie alla loro funzionalità, i lutai rurali vennero ben presto copiati dai teatri urbani, dove si preferì però impegnare il legno come materiale di costruzione.
Col passare degli anni i palcoscenici vennero coperti da una specie di tetto a volta (“volta musicale”), sorretto da quattro colonne che serviva a migliorare l’acustica e a proteggere gli attori e i suonatori in caso di maltempo. Il primo palcoscenico completo di questo tipo comparve nel 1200, col nome di “padiglione della danza”. Sul fondo del palco venne eretto un muro di pietra, le cui estremità, in un primo tempo, passavano dietro alle colonne posteriori arrivando fino a metà palco e permettendo al pubblico di vedere lo spettacolo da tre lati. Un tendone legato all’estremità del muro separava il luogo della rappresentazione dal retroscena.

In un secondo tempo i muri vennero prolungati fino a congiungersi con le colonne anteriori, permettendo allo spettatore solo la visione frontale.
Con il graduale aumento del pubblico i palcoscenici divennero sempre più grandi (fino a 17 metri di larghezza per 9 di profondità) e di forma rettangolare. Il tendone venne sostituito con un paravento di legno, che divideva il palco in modo tale da lasciare solo un terzo dello spazio alla rappresentazione; davanti al palco suonava l’orchestra.
Con l’avvento della dinastia Qing vennero costruiti alcuni palcoscenici di corte, soprattutto nella Città Proibita e nel Palazzo d’Estate, residenze dell’imperatore a Pechino. Strutture assai sofisticate e dispendiose, erano formate da tre palcoscenici distribuiti su diversi piani. Solo su uno di essi si svolgeva la rappresentazione principale, mentre gli altri servivano per i suonatori e per le figure fantastiche dell’opera, che si muovevano su e giù da una piattaforma all’altra grazie a macchinari particolari posizionati sul retro della struttura. A terra vi erano varie piscine e un pozzo che miglioravano l’acustica e arricchivano la scenografia.
Verso la metà del 1800, nel periodo di decadenza dei Qing, comparvero nella città i primi teatri dei “Giardini del Tè”.
Inizialmente proibiti dall’imperatore, si trovavano fuori dalla porta settentrionale delle città, fino a che, all’inizio del 1900, ne venne consentita la costruzione nel centro cittadino. Tali strutture si svilupparono velocemente e la copertura, che riguardava in un primo tempo solo il palcoscenico, venne estesa alla platea intorno ai tre lati del palco. Gli spettatori sedevano su panche di legno nei posti più economici e di fronte al palcoscenico con sedie e tavoli nei posti di maggior riguardo, dove era possibile sorseggiare tè e conversare durante lo spettacolo.
Da questo tipo di teatro doveva nascere il primo vero palcoscenico moderno, che venne costruito a Shanghai nel 1908.
Scoperto, con la platea distribuita a semicerchio, come nei teatri europei, non prevedeva tavoli e sedie, ma una serie di poltroncine fisse con posti più o meno comodi, una visuale più o meno buona, secondo il prezzo del biglietto. Fu il primo teatro d’opera fatto costruire dalla borghesia in Cina e amministrato secondo i dettami della società a responsabilità limitata, e sostituì i precedenti teatri dei “Giardini del Tè”.
L’equipaggiamento scenografico e l’illuminazione vennero importati dall’estero e utilizzati, per la prima volta in Cina, col sistema del sipario.

Da Teatro cinese, cit.